La “Elegia del XII secolo” è il più antico testo in dialetto giudeo-italiano, il cosiddetto “latino”, noto anche come italkian, parlato in Italia e a Corfù, ma oggi per lo più estinto. I tratti linguistici del testo qui esaminato rimandano ai volgari meridionali, fra cui quello della Calabria estrema.
Il componimento proviene da un codice in caratteri ebraici, ritrovato presumibilmente in Calabria tre secoli fa e contenente un formulario (Κinah) di preghiere cantate per il digiuno di Ab, giorno in cui gli Israeliti commemorano la distruzione dei loro templi.
L’“Elegia del XII secolo” è un piccolo capolavoro della tradizione laica dell’Ebraismo e al tempo stesso, uno dei primi testi in volgare, da accostare allo Stabat Mater e alla Rosa fresca aulentissima, testi della tradizione giullaresca e popolare dei primordi della letteratura italiana.