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La Sapienza: “Corsi online per diffondere nel mondo le eccellenze dell’università italiana”

Δημοσιεύτηκε: 3:52 μμ Φεβρουάριος 28th, 2013  


elearning

E’ il primo ateneo del nostro paese ad aderire al network internazionale di e-learning Coursera, con tre corsi gratuiti di storia dell’architettura, archeologia e fisica
luca castelli

La Sapienza di Roma sarà la prima università italiana ad aderire a Coursera, uno dei principali network internazionali di e-learning (che offre lezioni gratuite online di 62 università a 2.8 milioni di iscritti). L’ateneo romano proporrà tre corsi , due in inglese e uno in italiano: “Early Renaissance. Architecture in Italy: from Alberti to Bramante” del professor Francesco Paolo Fiore (storia dell’architettura), “Recovering the Humankind Past and Saving the Universal Heritage” del professor Paolo Matthiae (archeologia) e “La visione del mondo della Relatività e della Meccanica Quantistica” del professor Carlo Cosmelli (fisica).

“L’idea è quella di proporre alcuni corsi in inglese, rivolti al pubblico internazionale, in materie – archeologia, arte, architettura – che hanno un legame naturale forte con il territorio e la tradizione italiana”, spiegano il professor Cosmelli e il professor Maurizio Lenzerini, responsabile del progetto. “Il corso in italiano, un esperimento a cui è molto interessata la stessa Coursera, che finora non offriva alcun contenuto nella nostra lingua, sarà invece in una materia – la fisica – che è già coperta da diversi ottimi corsi in inglese e che ci permetterà di valutare la reazione degli studenti in Italia”.

Il fenomeno dell’e-learning, in particolare dei corsi di alta formazione MOOC (Massive Open Online Course) , sta attraversando un momento di grande vivacità. Oltre a storie di successo “dal basso” (Khan Academy ) sono numerosi i servizi che offrono lezioni proposte da istituzioni e università rinomate (Coursera , Udacity , il progetto edX targato Harvard/MIT). L’espansione è accompagnata da una vibrante discussione tra addetti ai lavori, esperti ed esponenti del mondo accademico, attorno all’idea stessa dell’educazione online “di massa”, alla sua sostenibilità economica, alla qualità, al rapporto con modelli e strutture universitarie tradizionali. Discussioni che spesso sfociano nell’inevitabile semplificazione conflittuale: i corsi online si affiancheranno o sostituiranno l’insegnamento classico?

“Sono due cose fondamentalmente diverse”, risponde Cosmelli. “I corsi online, come quelli di Coursera, sono utilissimi soprattutto in due campi. Possono servire da “precalculus”, cioè come una specie di riassunto dei saperi minimi che gli studenti devono conoscere prima di accedere all’università e che magari non sono uniformi dopo la maturità. Oppure, possono aiutare a orientare gli studenti stessi nelle loro scelte, servire da introduzione alla materia. Inoltre, Internet si presta benissimo come archivio di grandi lezioni extra-corso: ce ne sono alcune classiche di fisica di Richard Feynman che sono dei veri spettacoli. Ma la lezione frontale è un’altra cosa: in classe non si leggono solo formule, ma si trasmette qualcosa agli studenti, confrontandosi con loro e guardandoli direttamente negli occhi. Questa parte non potrà mai essere sostituita.”

“Non bisogna confondere i due piani”, aggiunge Lenzerini, che insegna nel dipartimento di Ingegneria Informatica dell’università romana e vanta esperienze nell’apprendimento a distanza. “Una cosa sono i corsi in classe, per studenti che pagano le tasse, per i quali devono essere garantiti livelli di qualità altissima. Un’altra sono i corsi online, nei quali puntiamo sempre a offrire la qualità massima, ma che sono pensati come investimento per diffondere la cultura a livello internazionale. Per quanto riguarda l’aspetto della sostenibilità economica, in effetti è una incognita dei corsi MOOC. E si lega a un rischio da evitare: che i politici e gli amministratori pensino che l’online possa soppiantare del tutto la vita universitaria”.

Il modello più diffuso nel campo del MOOC, al momento, prevede che l’iscrizione e la partecipazione ai corsi online sia gratuita. Così sarà anche per le lezioni curate da La Sapienza. Per quanto riguarda il rapporto tra l’ateneo e Coursera, “abbiamo scelto il contratto più semplice, privo di qualsiasi voce economica”, spiega Lenzerini. “E’ un esperimento: l’università non prenderà nulla, i professori hanno accettato di partecipare a titolo gratuito e le uniche spese saranno per garantire la realizzazione tecnica delle lezioni video e per seguire la fase di tutoring online, il rapporto con gli iscritti al corso”. La struttura messa in piedi da La Sapienza prevede che i tre docenti siano affiancati da un tutor ciascuno (pagato tramite borse di studio). Altre tre persone costituiranno il team tecnico, mentre ulteriore supporto/consulenza sarà offerto da una professoressa esperta di “blended learning” (apprendimento ibrido) e da un suo collaboratore. Lenzerini fungerà da coordinatore.

Per i docenti dei tre corsi, una delle grandi sfide risiede nella M iniziale di MOOC: “massive”. Raccontando la genesi del network Udacity, il professore tedesco Sebastien Thrun ricordò il momento in cui si rese conto della differenza tra l’insegnare a duecento persone in classe e il rivolgersi a milioni di studenti online. Meno di una settimana dopo la presentazione e a diversi mesi dall’inizio delle lezioni, il corso di fisica del professor Cosmelli ha già 395 preiscrizioni: “E’ vero che sono gratuite, non implicano alcun obbligo e bisognerà valutare chi effettivamente seguirà il corso, ma non sappiamo ancora nemmeno la data d’inizio! Il volume dei partecipanti è uno degli elementi più stimolanti del progetto. Gestire l’interazione con gli studenti via email non è un problema o una novità: io consiglio sempre a chi segue il mio corso di Fisica 2 di non presentarsi al ricevimento ogni volta che ha un dubbio. Spesso basta un rapido scambio via email per risolverlo. Questo corso online avrà tuttavia un approccio più umanistico, sarà legato alla filosofia, alcuni temi potrebbero richiedere una discussione più approfondita. Dobbiamo provare per sapere”.

Al termine del corso, gli studenti che avranno frequentato le lezioni e superato il test finale riceveranno un attestato, che non avrà tuttavia valore legale. Le lezioni verranno registrate nei prossimi mesi e l’obiettivo è partire con il primo corso entro la fine dell’estate, con gli altri a ruota. Altri tre corsi sono in cantiere, sempre distribuiti attraverso Coursera. “Ma non abbiamo un contratto in esclusiva con loro”, dice Lenzerini. “Stiamo semplicemente iniziando a muovere i primi passi in un’area in cui Coursera è ben avviata e riconosciuta a livello internazionale. In futuro, potremmo proporre lezioni anche su altri network. L’obiettivo, da un lato, è di obbedire al dettato dell’università pubblica e rendere un servizio culturale. Dall’altro, di provare a raggiungere studenti in tutto il mondo, diffondendo quelle eccellenze che all’università italiana non mancano affatto”.

ΠΗΓΕΣ: lastampa.it

italianoascuolablogspot.com


 

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